Da un’app che vi aiuta ad auto-monitorarvi, alle nuove funzioni di Instagram e Facebook.
Molti di noi sono quasi sempre connessi in rete. Ogni volta che prendiamo in mano uno smartphone, il cruccio è controllare i messaggi, i propri profili dei social network, etc. Tutto ciò è considerato normale, quotidiano, non ci stupisce. Lo facciamo (quasi) tutti. Tuttavia l’eccessivo utilizzo può creare dipendenza dal canale.
Ormai da diverso tempo esistono applicazioni che ti dicono quanto tempo effettivo si trascorre sul cellulare. Inoltre anche Facebook ed Instagram, fin da subito paladini dei social e della protezione di chi li usa, sono corsi ai ripari per responsabilizzare l’utente all’uso corretto e consapevole del canale.
Uno studio, attuato dall’agenzia di influecer marketing Mediakix, rivela che in media una persona trascorre sui social media un periodo di tempo che equivale a cinque anni della sua vita. Secondo lo studio dell’agenzia americana, il social che si posiziona sul primo gradino del podio è Youtube, per la lunghezza dei contenuti che apporta. Subito di seguito, ovviamente, si trova Facebook ed Instagram.
Noi italiano siamo connessi ai dispositivi mobili per una media di 2 ore e mezzo al giorno ciascuno, soprattutto tra le fasce tra i 18 e i 34 anni.
Possiamo quindi consigliarvi un’app ormai tra le più diffuse utilissima per auto monitorarsi. Moment si rivela fondamentale per sapere davvero quanto tempo passa ogni giorni davanti al piccolo schermo touch. Pensata unicamente per i dispositivi iOS, l’applicazione è un modo piuttosto sorprendente per scoprire quanto esattamente passiamo ogni giorno connessi allo smartphone. Per scoprirlo basta installare l’app e attivare il ‘’tracciamento automatico’’. L’app, senza essere notata, rileverà quando viene usato il cellulare e anche quali applicazioni ci hanno ‘’preso’’ più tempo: quanto tempo abbiamo trascorso a digitare i messaggi, quanto tempo abbiamo trascorso su ogni social, quanto sulle applicazioni di messaggistica.
Spesso non ci rendiamo conto dei minuti effettivi trascorsi davanti ad uno schermo. Un esempio? Sei ancora in bagno a lavarti i denti dopo aver fatto colazione. Sono solo le 7 e mezza del mattino. Dai una sbirciata al telefono, appoggiato vicino al lavandino. Sullo schermo lampeggia la scritta ‘’Oggi sei stato connesso al tuo iPhone per 25 minuti. E’ possibile? Certo, anche se non ce ne rendiamo conto. Eppure subito dopo aver spento la sveglia, hai dato un’occhiata alle notifiche, alle chat, mentre si prende il caffè hai controllato le email, le notizie in tempo reale.
Queste situazioni sono più tipiche di quel che si vuole credere. Ecco perché anche Facebook ed Instagram hanno sviluppato (o stanno sviluppando) la possibilità di controllare il tempo speso sul social.
Facebook utilizza uno strumento che si chiama ‘’your time on facebook’’, che funziona come un tool di analitica. Ogni azione compiuta sul canale verrà registrata e concorrerà al conteggio dei tempo di permanenza sull’app. Settimanalmente ogni utente potrà conoscere i minuiti complessivi in cui si è usato il canale e, per mezzo di una grafica a barre, si potrà conoscere i giorni in cui si è stati maggiormente social.
Lo spaccato che si otterrà verrà inviato in modo push per mezzo di notifiche che giungeranno direttamente sul profilo e che potranno esser settate con una cadenza ravvicinata di 15 minuti, un’ora, due ore, fino ad arrivare ad una notifica ogni otto ore.
In più, sembra sarà possibile anche impostare un reminder che informerà quando si è sul canale per un tempo che supera quello impostato.
In un modo molto simili anche instagram si sta muovendo in quella direzione. Il mezzo che usa si chiama ‘’your activity’’ e ancora non è disponibile a tutti gli utenti, ma lo sarà presto. Come con Facebook, le informazioni saranno quelle di calcolare i minuti sull’app, la creazione di un promemoria con l’aggiunta della possibilità di interrompere la ricezione di notifiche push per un intervallo di tempo dai 15 minuti alle 8 ore.
Esiste un fine ultimo a ciò? Controllare il tempo speso in rete per cosa realmente può servire? Non per auto-commiserazione o per imporsi chissà quali astinenze dal telefono, ma per provare ad avere un utilizzo più consapevole di esso stesso. Il 68% delle volte prendiamo in mano un telefono e non sappiamo nemmeno il motivo oggettivo per cui abbiamo attuato un’azione del genere.